Omissione di lavori in edifici o costruzioni che minacciano rovina e violazione di reati in tema ambientale. Sono diverse le contestazioni della procura che ha inviato due avvisi di garanzia già consegnati. Si tratta di un atto dovuto a garanzia degli stessi indagati che avranno la possibilità di tentare di confutare le accuse mosse dai magistrati. Si apprende peraltro che la bonifica dell'impianto di via Bonino dove si produceva prima la Birra Messina e poi sino alla chiusura la birra Triscele era già stata effettuata al 90 per cento degli interventi previsti. All'appello mancava solo quell'edificio dove i vigili urbani e la sezione speciale dei vigili del fuoco hanno ritrovato i fusti pieni di composti tossici. Gli indagati sono il commercialista Gaetano Panzera, attuale liquidatore giudiziario e la presidente della Triscele Maria Isabella Martella. La Società Triscele è da tempo in liquidazione. L'area dell'ex fabbrica di birra era finita sotto sequestro la scorsa settimana. Due settimane fa, i vigili, trovarono in uno degli edifici che fa parte dell'intero complesso fusti contenenti sostanze tossiche. Su richiesta della procura, che ha raccolto il rapporto dei vigili urbani e dei vigili del fuoco, erano già stati apposti i sigilli. I cartelli appaiono infatti su tutti i cancelli. Ed è stato nominato un custode giudiziario a cui è stata affidata l'intera area dello stabilimento. L'inchiesta insomma è ufficialmente alle prime battute. Ma non poteva andare diversamente. Ci sono infatti sostanze altamente nocive a due passi dai palazzi. La polizia municipale ha individuato oltre ad una quantità enorme di spazzatura e ai giacigli di probabili ricoveri di sbandati all'interno di uno degli edifici, fusti di diverse dimensioni, contenenti dall'idrossido di sodio all'idrossido di potassio. Quella fatta dai vigili nell'edificio che dà sulla via De Zardo, una traversa che si immette sulla via Bonino dove sorgono gli ingressi principali di quello che fu il glorioso stabilimento della Birra Messina diventato poi Triscele, è una scoperta che non poteva passare inosservata. E' arrivato persino il nucleo speciale dei vigili del fuoco della sezione “batteriologica chimica e radioattiva”. Un vigile bardato di tutto punto e armato di maschera collegata alle bombole di ossigeno si è introdotto nella struttura facendo tutte le verifiche del caso. E' stata anche misurata la qualità dell'aria e sembra che non siano immediati pericoli. Ma adesso correre analizzare e classificare i rifiuti contenuti nei fusti . E' certo però che quei rifiuti vadano rimossi al più presto ma adesso occorre chiedere l'eventuale dissequestro. Nel caso in cui all'interno dell'edificio dovesse svilupparsi un rogo scoppierebbe una vera e propria bomba ecologica.