Bambini e adulti, tifosi e comuni cittadini (e perfino qualche turista), amici e compagni di una vita, calciatori di ieri e calciatori di oggi: alla Cattedrale di Palermo non c'era uno spazio libero, dentro e fuori, perché tutti hanno voluto rendere omaggio a Totò Schillaci, porgendo l’ultimo saluto a un simbolo sportivo della città, non solo in Italia, ma nel mondo intero. Sulla bara posta dinanzi all’altare si ergono fiori, sciarpe, gagliardetti e quell'indimenticabile maglia numero 19 azzurra che vide Totò protagonista a Italia '90. L’arrivo del feretro è stato accolto con commozione, accompagnata da una bandiera rosanero che si staglia nel giardino della Cattedrale: il nome Totò Schillaci viene scandito a gran voce al passaggio della bara, anticipando un clima rovente che domani accompagnerà il Barbera in occasione di Palermo-Cesena, prima gara in cui la città sarà un pò più vuota senza il suo simbolo calcistico più rappresentativo.
L'omelia: "Totò ha trasmesso luce"
«Totò è il volto bello della Palermo che non molla». Lo ha detto il parroco della cattedrale di Palermo, Filippo Sarullo, nell’omelia per i funerali di Totò Schillaci, davanti a migliaia di palermitani e al presidente della Figc Gabriele Gravina. «Totò ha trasmesso luce - ha aggiunto - anche attraverso i suoi occhi vivi ed eloquenti, amandovi come figlio, marito, papà, fratello, familiare, parente, amico. Ma in tanti oggi sono qui per ricordarlo come il calciatore delle notti magiche, perchè ha fatto sognare l’Italia. In questi giorni tanti i messaggi, tanti i pensieri, tante le parole, tanto l’affetto dimostrato da parte del mondo del calcio e dello sport, delle istituzioni e del popolo; è stato un coro unanime di dispiacere, dolore, lacrime, ricordi, che attestano le qualità umane e professionali di un talento, di un fuoriclasse, di un grande della storia umana e calcistica che nasce e muore qui a Palermo, tra gente comune, e vive e si distingue nella scena internazionale, anzi mondiale, come campione prodigioso, una leggenda del calcio».
Totò è stato «prima di tutto un battezzato, un uomo, un figlio, un fratello, un padre, un marito, un lavoratore, un amico, e da sempre un calciatore, fin da bambino. Totò rappresenta la favola, ha realizzato nella sua vita la favola, senza mai cambiare pelle, rimanendo sempre lo stesso, con l’animo gentile, generoso ed umile di sempre, col cuore grande e la testa sulle spalle di sempre. Ma come l’ha realizzata? Da persona seria e perbene. Non certo rimanendo a guardare o ad aspettare inerme ma guadagnandosela col sudore, il sacrificio, l’impegno, la dedizione, a testa bassa, come fanno i grandi eroi, senza mai chiedere o pensare che sia dovuto. La favola si realizza non attraverso followers e visibilità del momento, ma lavorando in silenzio, con umiltà, credendoci, come ha fatto lui». Un eroe del pallone, ha proseguito il parroco nella sua omelia, «un eroe della vita, un eroe del riscatto, un eroe che parte dal basso, da un quartiere di borgata, dove per farti spazio devi faticare, devi fare una scelta, sì, una scelta tra la via dei soldi facili e disonesti e la via del lavoro e il sacrificio, la via dell’onestà. Il successo e la fama sono tali se si nutrono di valori come l’ha incarnati lui. L’immagine della Sicilia e della nostra Palermo è proprio questa, fatta di tante donne e tanti uomini che vogliono riscattarsi dalla condizione di miseria e spesso degrado a forza di sacrificio e lavoro, dimostrando a se stessi e agli altri di potercela fare, di poter cambiare un destino, per molti già segnato. Era qualcosa di impensabile il sogno di Totò. Lui ci ha creduto con tutte le sue forze, ostinatamente, andando controcorrente, pronto a tutto, superando ogni ostacolo, ogni avversità, anche contro il parere dei medici che all’età di 13 anni gli diagnosticarono un problema al ginocchio che gli avrebbe impedito di giocare».
Con lucida follia, ha proseguito don Sarullo, Totò «non si arrende, vuole mordere la vita, vuole riuscire a correre i veri campi di calcio, non quelli della strada o della parrocchia ma quelli importanti, non per vanagloria ma per passione. Totò è il volto bello di Palermo, di Palermo che non molla. Totò per noi palermitani e noi siciliani è un simbolo, come lo sono stati altri uomini nella storia in altri ambiti, perchè è riuscito con le sue sole forze a mostrare il volto vero, impregnato di valori, della nostra Sicilia, della nostra bella Palermo. Un figlio di questa terra che non ha mai tradito le sue origini, non si è mai vergognato dei lavori svolti sempre con dignità, anzi ne ha sempre parlato come passaggi fondamentali della sua vita che gli hanno permesso di costruirsi una corazza e pertanto lo hanno reso forte e invincibile».
Schillaci per don Sarullo «ha fatto conoscere al mondo, con la semplicità del suo essere, il cammino fatto di sacrifici che lo ha reso la persona che era, il calciatore popolare tanto amato e da tutti unanimemente considerato il nostro Maradona dal piede d’oro. Totò ha portato nel mondo sportivo, ancor prima dei successi e delle medaglie, l’agonismo, frutto dell’impegno personale, e la testimonianza delle potenzialità educative dello sport. E nella sua scuola calcio è stato esempio di generosità verso quei ragazzi che non potendo acquistarsi le scarpette per giocare, era pronto a comprargliele lui. Totò insieme a tanti altri eroi, conosciuti e non, rappresentano il volto onesto, pulito e sognatore di una terra che troppo spesso è associata a personaggi della malavita, ma Palermo non è solo malavita, c'è tanto bene, tanta gente onesta, e oggi, ancora una volta, possiamo sfatare questa etichetta grazie a te Totò, grazie al tuo coraggio, alla tua determinazione, alla tua voglia di farcela, al tuo tocco magico». Grazie «perché da lassù continuerai a guardare alla tua Palermo e continuerai ad ispirare tanti giovani di oggi e di domani a seguire il tuo esempio per aderire alla via del bene, a seguire i sogni che possono diventare realtà, a vivere ancora notti magiche di amore e di bene, guardando a quella porta alla quale indirizzare il pallone e l’essenza della vita, facendo tesoro di quanto Totò ci ha trasmesso, per continuare a vivere, come da lui fatto, i valori dello sport e della maturità umana, attenendosi ai confini del campo della vita, oltre i quali nella vita non si può andare oltre. Sei e resterai sempre il nostro mito calcistico, il nostro Totò Schillaci, il nostro grande campione di calcio e di vita. Sei un pezzo di noi, della nostra infanzia, della nostra gioventù, ci hai fatto sognare e sorridere». Conclude il sacerdote: «Ora entri nella squadra più bella del mondo, che si chiama Paradiso. Sarai sempre con noi, nelle nostre strade, nelle strade del tuo quartiere, il Cep, che mai hai dimenticato, nei nostri stadi. Grazie amico e fratello di tutti, grazie Totò».
Lutto cittadino a Messina
“La prematura scomparsa di Totò Schillaci ha suscitato nella nostra comunità profondo sgomento ed emozione per l’importante contributo calcistico che sin da giovanissimo ha apportato alla città di Messina, nonché per la sua partecipazione fattiva alla vita cittadina”. Sono queste del sindaco Federico Basile con le quali ha deciso di proclamare il lutto cittadino oggi, giorno del funerale nella Cattedrale di Palermo. Il sindaco ha disposto di esporre le bandiere del palazzo Comunale a mezz’asta e quelle delle altre sedi comunali; ad osservare nei luoghi di lavoro un minuto di silenzio e raccoglimento in concomitanza dell’inizio del rito delle esequie; e ad osservare anche nelle scuole un minuto di raccoglimento.
Raccolta fondi per un campo di calcio
La raccolta di offerte durante il funerale di Totò Schillaci, nella cattedrale di Palermo, sarà destinata al ripristino di un’area insistente nel territorio parrocchiale dove sono presenti spazi per gioco, due campetti, un salone teatro e ambienti per attività di doposcuola e ludiche. Nel territorio, ha spiegato nell’omelia il parroco Filippo Sarullo, «è uno spazio prezioso dove intrattenere bambini, ragazzi e giovani. La finalità è sottrarli alla strada, visto che il territorio non offre nessuno spazio, per dare loro la possibilità di uno luogo sicuro dove studiare, giocare e crescere insieme». Ristrutturata l’area, uno dei due campetti sarà intitolato a Totò.
Prima la salma al quartiere Cep di Palermo
Prima di raggiungere la cattedrale la salma di Schillaci ha attraversato le strade del Cep, il quartiere d’origine, dove vive ancora Mimmo, il padre dell’attaccante scomparso l’altroieri. Tanti i residenti presenti, di tutte le età, a cominciare dagli studenti dell’istituto comprensivo «Giuliana Saladino». Molti al passaggio dell’eroe di Italia '90 hanno pianto e intonato cori da stadio e «Notti magiche», di Gianna Nannini ed Edoardo Bennato, la storica colonna sonora dei Mondiali italiani.
Dopo il saluto alla chiesa di San Giovanni Apostolo, il carro è passato dal Ribolla per salutare il campo dell’Amat dove è sbocciato il talento e i ragazzi della scuola calcio del giocatore scomparso.
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