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Messina, acqua tra la galleria S. Marta e gli edifici circostanti: c'è chi scommette su una perdita ultradecennale

Mentre la città soffre i disagi dovuti alla siccità dal'ex ricovero e dai condomìni di via Vincenzo D'Amore l'acqua si perde a fiumi. Acquedotto o sorgiva? L'opinione dello storico patria Andrea Bambaci che contrasta con quella dei residenti.

Tiene banco, soprattutto di questi tempi, l'acqua che sgorga dalle pareti e dal soffitto a volta della galleria Santa Marta. Si era ipotizzato che si trattasse di acqua sorgiva. Oggi allertati dagli abitanti dell'isolato 162 abbiamo mettiamo in evidenza quest'altro fiumiciattolo su cui da trent'anni vivono i residenti. Arriva da un tubo nel quale evidentemente è stata convogliata l'acqua che poi finisce nelle fogne. In quel sistema fognario su cui è stata immessa l'acqua che cala a valle dal torrente Bisconte dopo i lavori oggetto di un'inchiesta della magistratura. Cioè in quel sistema che esplode ad ogni pioggia allagando cantine e piani terra e rendendo strade a marciapiedi fiumi.
Fiumi di acqua scorrono notte e giorno dalle vie D'Amore e le altre limitrofe alla Santa Marta. E' acqua persa dall'acquedotto per una rottura che resta non riparata da vent'anni o come giurano i residenti acqua sorgiva che viene giù dalle colline di Montepiselli.? E' certo che esiste uno spreco.
L'opinione dell'amante di storia patria Andrea Bambaci che ha scritto un libro sui rifugi, Santa Marta compresi e sta dando alle stampe un volune sul sistema degli acquedotti delle sorgive e dei pozzi messinesi.

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