Il tribunale ha condannato al pagamento di 19 milioni più le spese legali e gli interessi (nel complesso oltre 36 milioni), l'Ato 3 nei confronti di Messinambiente. Una lite giudiziaria che contiene alcuni paradossi. La prima società, l'Ato 3 Spa, quella che dovrebbe pagare la cifra stabilita dai giudici, è in liquidazione, la seconda è fallita. Quindi a reggerle ci sono un commissario liquidatore e una curatela fallimentare. In mezzo il Comune socio di maggioranza di entrambe le società partecipate che è comunque stato escluso per il momento da qualsiasi responsabilità. Il giudice ha rigettato la domanda in garanzia del debito proposta da Ato Messina 3 Spa nei confronti del comune di Messina. Si perché Messinambiente partecipata del Comune rappresentata dall'avvocato Daniele Passaro, chiedeva il risarcimento di 19 milioni per servizi resi negli anni in cui operava all'Ato 3 Spa committente del servizio e al Comune socio di maggioranza, L'Ato Messina 3 in liquidazione chiedeva di chiamare in causa il Comune socio di maggioranza. Particolare questo che alcuni esponenti dell'opposizione avevano tirato fuori durante il dibattito sul bilancio contestando il mancato inserimnento di questo eventuale debito. Il tribunale evidentemente e questa il sindaco Basile la ritiene una conferma delle sue tesi non ha ritenuto che ci fossero gli estremi e ritiene il Comune escluso dalla contesa. Almeno per il momento dunque palazzo Zanca non corre alcun rischio. Accertato dunque che Messinambiente non è mai stata pagata nella misura dovuta. La misura era stabilita nelle convenzioni siglate tra il 99 e il 200. Con l quali il Comune si impegnava a gestire i servizi pubblici locali nel settore ambientale affidando a Messinambiente Spa l'esecuzione dei servizi di raccolta, smaltimento e spazzamento. Nella convenzione secondo Messinamnbiente era subentrato Ato Messina tre. Senza quei soldi oggi riconosciuti dai giudici Messinambiente è fallita. Alla porta un esercito di creditori. Agenzia delle entrate e fornitori. Chi e quando pagherà questi 19 milioni resta un rebus. Certo è che siamo solo al primo round di una causa che vede società morte e sepolte tornare in vita solo nelle aule di tribunali.