Le aziende ospedaliere e sanitarie hanno approntato i loro piani di abbattimento delle liste, c'è chi promette in 100 giorni di abbattere i casi urgenti, c'è chi si prende tempo sino a novembre, e poi c'è il diktat della Regione che accompagna le nomine dei direttori generali: screening ogni tre mesi e poi ad un anno dalle nomine. Licenziamento per chi non dimostra di avere attuato un vero piano di tagli e recupero e soprattutto di aver abbattuto i lunghi elenchi di disperati.
Ma le telefonate alla nostra redazione non si fermano. I racconti si moltiplicano. I pianti al telefono sono quotidiani. La storia di oggi è quello di un cinquantunenne disabile all'ottanta per cento. E' costretto da anni su una carrozzella a causa della sua grave disabilità. E' affetto da una sindrome disventilatoria che specie di notte gli impedisce di respirare a pieni polmoni. Per non correre pericoli probabilmente avrebbe bisogno di un apparecchio che fornisce il sistema sanitario dopo una serie di esami che accertino la sua patologia. Il cinquantunenne da settimane si sta sottoponendo alle visite e agli esami diagnostici prescritti dai medici specialisti. Ma non può completare lo screening ordinato dalla pneumologa del Policlinico. Ha effettuato la spirometria, ha effettuato la Tac e diversi altri esami.
I risultati consigliano l'esecuzione di un polisonnogramma diurno e notturno con metodi speciali. Un apparecchio che tenuto 24 ore consente di avere un'idea chiara sulle condizioni dei polmoni e sulle eventuali apnee notturne. La diagnosi ipotizzata; è sindrome dusventilatoria di tipo restrittivo. Con grande sorpresa però il paziente in questione ha ottenuto dai centralinisti del sistema sovracup una risposta che non si aspettava. Liste chiuse. Non c'è almeno per il momento la possibilità di effettuare l'esame richiesto.
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