E dopo l'invasione dei 40 mila a Messina per il concerto di Ultimo, lo stadio Scoglio si appresta ad ospitare una grande star della musica internazionale, Zucchero. Vi proproniamo l'intervista che ha realizzato Maria Mascali
Che sogni ci sono sotto i tuoi cappelli?
"I sogni non dormono mai, l'ho scritto anche in una canzone. Ce ne sono tanti, ma quest'anno compio mi pare 69 anni o giù di lì... il sogno è quello di riuscire a realizzarli tutti"
In che fase della vita sei? Quanto Zucchero si sta sciogliendo dentro Adelmo?
"Sono altalenante, quando si fanno tour così lunghi e tanto pressati è ovvio essere più Zucchero. Poi, quando mi ritiro da solo dopo i concerti sono Adelmo e più vado avanti più le mie radici diventano profonde"
Quella di Adelmo Zucchero Fornaciari è una storia di viaggi incessanti. Di vita e carriera che s'intrecciano in andate e ritorni, da e verso quella campagna toscana che l'ha adottato quando era giusto un piccolo viandante reggiano. L'Overdose D'Amore World Tour (titolo scelto in onore dei 35 anni dalla pubblicazione dell'omonimo singolo) passerà dallo Stretto dopo il debutto alla Royal Albert Hall a fine marzo, il giro americano e la tappa di Casablanca. La scelta di tornare negli stadi ("mancavo da tantissimo tempo") invece, è "una sfida, nuova e necessaria".
Hai fatto molta strada, è lì che ti senti a casa?
"Sono più di 40 anni che sono sulla strada, è difficile stare a casa se non per scrivere un album, per concentrarmi nel mio studio. Stare fermo mi fa sembrare tutto immobile. Amo fare il mio lavoro e nello stesso tempo godermi e amo la possibilità di girare il mondo, di conoscere nuova gente, di vedere culture diverse. Per me è molto più interessante che passare un mese alle Maldive. Registrare dischi mi piace, ma il live sarà la parte più importante del mio futuro. Sempre se reggo: sono di media 150 date per ogni tour, a volte anche 6-7 di fila"
E la scaletta? Negli stadi è diversa che in un teatro antico.
"Sono rimasto uno dei pochi a suonare tutto dal vivo. È come quando si registrano i dischi: se non hai l’essere umano allo strumento non hai dinamica, i colori, è tutto molto flat. Ho la fortuna di avere questa band oramai storica, alcuni di loro sono con me proprio dal principio. Questo mi permette di cambiare tutte le volte che voglio, anche immediatamente prima di salire sul palco. Perchè loro conoscono tutti i brani e, oltre ai pezzi che non puoi non fare, ho la possibilità di mettere quelli mai estratti ma che fanno parte di lavori di successo. Per me la scaletta è funzionale così: grande energia, ballate, mezzi tempi e una parte acustica più intima"
Con te gira anche Oma Jali, new entry straordinaria.
"Oma è ormai una costante nei miei concerti, l’ho vista a The Voice France che cantava un pezzo di Aretha Franklin, se non vado errato. Mi è piaciuta subito, non l’ho neanche provinata. È notevole"
Ho letto da qualche parte che tra gli artisti italiani che più stimi c'è Salmo, ma anche Marracash, Blanco. Nessuna donna sul podio, esiste una classifica a parte?
"Ben vengano le donne, ci ho scritto pure un brano. Ci sono donne che mi piacciono e ritengo che abbiamo freschezza, modi di porsi internazionali. Donne che potrebbero benissimo piacere ad un pubblico americano o inglese come Elodie, Annalisa, Emma... Solo non è la musica che prediligo. Ho parlato di loro (Salmo, Marra, Blanco) perchè hanno brani in cui mi identifico, testi che prendono posizioni in cui mi rivedo. C'è pure Mahmood, con lui ho già collaborato in Discover, tecnicamente è molto dotato. Purtroppo il rock adesso è annacquato, è politicamente corretto, non va giù pesante"
C'è un palco che ancora non hai colonizzato e che vorresti calcare?
"Ho suonato in Sud Africa, allo stadio di Cape Town, quando abbiamo fatto quel concertone per il compleanno di Nelson Mandela con Peter Gabriel, Bono, Beyoncè... Ho suonato nel Nord Africa, ma mi piacerebbe andare nel cuore del continente. Come quando decisi di fare Cuba ancora sotto embargo, perchè sono posti dove di solito gli artisti non vanno, non ci sono soldi né strutture. Mi eccita l'idea, ma temo sia l'obiettivo più difficile da realizzare".
Intanto, sorprese per questa nostra data?
"La data a Messina è nel pieno dell'estate, ci divertiremo, ci saranno improvvisate e risate che non annuncerò prima, le vivremo live. Non vedo l'ora di esserci di passare qualche giorno dalle vostre parti. Vi aspetto, se non ci fermano prima saranno 3 ore di concerto!"
Su di un palco in cui gli effetti speciali saranno di musica.
"I fuochi d'artificio li lasciamo alle feste patronali".
A chi verrà a trovarti in riva allo Stretto vuoi dire che...
"Io amo la Sicilia. Non è una sviolinata. Ho molti amici, vicini di casa siciliani. Hanno un senso dell'ospitalità... sono generosi, pronti a darti una mano, con quella loro ironia molto simile alla mia. Mi fa impazzire quando parlano in dialetto. Anche la mia band la vive così, la chitarrista ci si è comprata una casetta. La tata di mio figlio Blu, che è inglese, invece di tornare in Inghilterra ha deciso di mettere lì radici. Con tutte le sue problematiche, come le ha ogni Paese del mondo, è un posto benedetto da Dio".
Ah, Zucchero, se smettessi coi live?
"Se smetto di fare live, smetto e il giorno dopo non mi vedete più. Non ce la faccio a dire che tra un po’ di tempo mi ritirerò, è un impegno che non mi sento di prendere… e se voglio smettere prima o dopo, che figura ci faccio?".
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