La processione del simulacro della Madonna della Lettera seguita in diretta dalla RTP con la telecronaca di Rachele Gerace e la regia di Roberto Travia.
Un’invocazione di salvezza, un grido di speranza: il prodigio che lega Maria alla città dello Stretto è racchiuso tutto in quel “Oh della Lettera madre e regina, salva Messina, salva Messina!”, che si rinnova ogni anno con immutato fervore. Il 3 giugno è il giorno dei messinesi, che nella Madonna della Lettera confermano il senso di appartenenza, fede e devozione capace di andare ben oltre la tradizione. Un popolo in cammino per le strade del centro con Maria, stilizzata nel prezioso fercolo realizzato dall’argentiere Lio Gangeri, addobbato con 420 rose bianche e cipria, 100 gigli e 100 orchidee, in quel cero offerto al termine del pontificale del mattino, dipinto dal giovane don Giuseppe Giunti parroco delle Masse, segno di gratitudine condivisa con la sua comunità salvata dal dramma dell’incendio l’estate scorsa, nell’arte dei Madonnari di Sicilia che hanno riprodotto l’immagine della “Veloce Ascoltatrice” fuori dal Duomo, largo san Giacomo, lavorando incessantemente già dalla sera precedente.
Una comunità di comunità quella radunata ieri in piazza Duomo, gremita come non accadeva da anni: i portatori del gruppo Ceri Messinesi e di San Camillo guidati dallo storico timoniere Franco Forami, i canonici del Capitolo protometropolitano della Basilica Cattedrale, i giovani religiosi, i sacerdoti, che alla Vergine affidano la propria vocazione, confraternite, pie associazioni, diaconi, fedeli. Sostenuto dalle preghiere e dai canti eseguiti in Duomo dai giovani del corso propedeutico del Seminario e del coro giovanile Note Colorate trasmessi in filodiffusione, insieme alla banda di Fiumedinisi; il corteo ha percorso le vie del centro, con la presenza attenta delle donne e degli uomini della Polizia municipale guidata dal comandante Giovanni Giardina e dai volontari delle associazioni di Protezione civile.
A presiedere la processione Diego Gualtiero Rosa, abate ordinario dell’abbazia di Monte Oliveto Maggiore di Asciano in provincia di Siena, assieme all’arcivescovo Giovanni Accolla e al suo ausiliare Cesare Di Pietro; in mattinata anche l’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice e l’emerito di Reggio Bova Vittorio Mondello hanno concelebrato con loro la messa pontificale in un Duomo gremito; commentando la pagina evangelica delle Nozze di Cana, Rosa ha sottolineato la presenza costante della Vergine, «dove ci sono le prove della vita, quando manca la pace del cuore, quando le sofferenze fisiche o morali bussano alla porta, che si occupa di noi e si preoccupa per noi», ha detto, esortando tutti a riscoprire la bellezza della preghiera semplice ma efficace dell’Ave Maria. Significativa la presenza delle autorità civili, militari e accademiche che hanno condiviso il momento della celebrazione, segno di quel legame fra istituzioni che mons. Si è sempre impegnato ad alimentare per il bene della città. Prima della partenza della processione, l’arcivescovo ha benedetto e consegnato alla comunità diocesana la lampada di San Francesco d’Assisi che toccherà varie zone pastorali del territorio diocesano, sostando in alcune parrocchie.
La “peregrinatio” della lampada scandirà il cammino verso Assisi che l’arcidiocesi di Messina Lipari Santa Lucia del Mela, insieme alle altre chiese di Sicilia sta compiendo in preparazione, il 4 ottobre prossimo, dell’offerta dell’olio della lampada che arde tutto l’anno alla tomba del santo. Suggestivo il rientro del corteo in Duomo segnato dalla fatica gioiosa di aver retto sulle spalle colei che regge gli affanni di tutti: al grido di Viva Maria i sacerdoti hanno sollevato in alto il fercolo della Madonna tra la commozione generale. «Siate testimoni di speranza»: l’augurio dell’arcivescovo Accolla ai messinesi e la richiesta particolare rivolta alle mamme e alle nonne perché insegnino ai piccoli, il valore della preghiera e il simbolismo del segno della Croce. «Sono loro la nostra speranza, loro il sorriso di Dio, a loro guardiamo per riscoprire, in maniera semplice, il valore del bene”» Il 3 giugno è la festa del popolo messinese, di chi pur vivendo in altre città è tornato a Messina e di quanti lo hanno fatto idealmente, seguendo la diretta di Rtp.
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