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La crisi degli enti locali: criticità finanziarie attivate nel 2023, Messina sul podio

Tra il 2022 e il 2023 in Sicilia sono state attivate 50 procedure di criticità finanziaria (27 dissesti e 23 riequilibri), di questi ben 33 riguardano la Sicilia: in testa la provincia di Messina con 16 procedure, seguita da Catania e Agrigento. Dati allarmanti che confermano un triste primato che negli ultimi anni ha riguardato gran parte del Meridione quelli riportati nel sesto Rapporto sui comuni italiani curato dall’Università Ca’ Foscari di Venezia in collaborazione con Ifel - Fondazione Anci, presentato ieri nell’aula magna del Rettorato.

L’analisi della pubblicazione è stata oggetto di un convegno di studi organizzato dall’Università di Messina sul tema “La rigua: cause, percorsi e strumenti per il risanamento economico e finanziario”, che ha visto la partecipazione di professionisti dell’ambito giuridico ed economico, esperti di finanza locale e un’ampia rappresentanza accademica e istituzionale. Nel corso dei lavori - introdotti dalla rettrice Giovanna Spatari e dal sindaco della Città metropolitana di Messina Federico Basile e coordinati dal prof. Carlo Vermiglio ordinario di Economia aziendale del dipartimento Unime di Economia - si è parlato della precarietà della situazione finanziaria dei comuni, legata a faglie del sistema organizzativo unitamente a condizioni di vulnerabilità economica e sociale, e dei possibili rimedi.

A commentare i numeri del Rapporto che tiene conto della sfida del Pnrr introdotta in Europa come nuova logica di cooperazione è stato lo stesso curatore, il prof. Marcello Degni consigliere della Corte dei conti presso la sezione di controllo della Lombardia e la sezione delle Autonomie e docente della Ca’ Foscari di Venezia. Tra gli interventi del ricco pomeriggio quello del presidente della Sezione regionale di controllo della Corte dei conti della Regione Sicilia Salvatore Pilato.

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