Si moltiplicano i casi di aggressioni e minacce nei confronti di professionisti sanitari. L'ultimo caso risale all' 1 Maggio quando un utente, colpita da un malore, si è recato al pronto soccorso del Piemonte inveendo contro gli operatori sanitari e soprattutto contro l’infermiera del Triage che gli aveva solo comunicato che avrebbe dovuto attendere qualche minuto per la visita medica poiché tutte le sale erano impegnate con pazienti in corso di accertamenti".
Il terzo caso del genere che avviene a Messina in poco più di un mese. Un dato sicuramente allarmante e che richiede soluzioni e rapidi interventi, reclama oggi la Ugl Salute che nelle scorse settimane aveva rilanciato alcune proposte come l’operatività 24 ore su 24 di posti di pubblica sicurezza in tutte le strutture ospedaliere, l’installazione di pulsanti anti aggressione collegati con le forze dell’ordine, l’uso di bodycam e una maggiore sensibilizzazione dei cittadini sul ruolo dei professionisti sanitari. Il sindacato aveva chiesto di includere corsi base di autodifesa nella formazione degli operatori ed aveva inviato una nota alle Direzioni delle 3 Aziende Ospedaliere e dell’IRCCS per chiedere l’attuazione del decreto. in tema di prevenzione di atti di violenza e aggressioni verbali o fisiche verso operatori sanitari. Al momento solo una Direzione Generale ha riscontrato la nota esplicitando le iniziative messe in essere per applicare il decreto. L'aggressione dell'1 maggio è stata commessa nei confronti di una professionista donna, che conferma i dati nazionali dell’Inail che indicano come i due terzi di questi gesti vili siano rivolti contro le donne.
Secondo UGL Salute in tutte queste situazioni deve essere applicato il decreto legislativo che prevede scatti la procedura d’ufficio per i gesti di violenza compiuti contro i professionisti sanitari sia che si tratti di lesioni lievi, gravi o gravissime, indipendentemente quindi dalla volontà della vittima di sporgere querela
Caricamento commenti
Commenta la notizia