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Messina, c'è anche un bimbo di appena due anni nella struttura carceraria di Gazzi

C'è anche un bimbo di appena due anni nella struttura carceraria di Gazzi. Vive un una sorta di appartamentino nella sezione nido femminile ma naturalmente senza il contatto con i coetanei. Una situazione surreale consentita dalla legge che dà la possibilità alle mamme in carcere di tenere il figlio fino al compimento dei tre anni di età. Il garante dei minori padre Giovanni Amante nei giorni scorsi è stato in visita nella struttura messinese dove ha trovato grande disponibilità ci dice da parte della struttura carceraria e ha parlato a lungo con la madre che sconta una pena definitiva e si è fermato a giocare con il bimbo. Padre Amante intende capire quale sia la situazione dei bambini che invece sono privati dei genitori e vivono fuori dal carcere particolari situazioni di disagio.

Le celle del nido sorgono all'interno della sezione femminile. Ci sono culle, giocattoli, un ambiente che cerca di nascondere al bimbo la struttura in cui realtà è confinato. Ma resta il fatto che l'unico contatto è quello con adulti peraltro ristretti in carcere. C'è l'ausilio degli psicologi, degli assistenti sociali e periodicamente dei pediatri Ad affrontare l'argomento bimbi in carcere è l'associazione Antigone che da anni di batte per i diritti e le garanzie nel sistema penale. Nell'ultimo rapporto dell'associazione consultabile sul sito emerge che al 31 gennaio 2023 erano 17 i bambini di età inferiore a un anno che vivevano in carcere con le loro 15 madri detenute.

L’andamento della presenza dei bambini in carcere ha continuato a oscillare negli ultimi trent’anni in alto (fino a superare le 80 unità) e poi in basso. È stata la pandemia, con la paura dei contagi che ha comportato la drastica riduzione dei numeri, passati dai 48 bambini della fine del 2019 ai 29 della fine del 2020, fino a raggiungere i 17 del 2023. Negli anni scorsi non ha trovato consensi la Proposta di legge Serracchiani che prevedeva per la madre con bambini misure alternative alla detenzione in carcere.

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