«Pare che sarà fatto nel Consiglio dei ministri di domani. Con un comunicato fatto qualche giorno fa abbiamo espresso la nostra netta contrarietà, innanzitutto tecnica, è una legge di delega che non prevedeva testi. Il governo li sta introducendo eludendo la volontà parlamentare e lo fa con una norma talmente generica che elude un altro principio che governa la giurisdizione, la riserva di legge. Cosa sono questi test, a cosa servano non ce lo ha spiegato nessuno, così diventa un proclama contro i magistrati, per far pensare che hanno bisogno di essere controllati dal punto di vista psichico o psichiatrico». Così Giuseppe Santalucia, presidente dell’Anm, l’Associazione nazionale magistrati, parlando con i giornalisti della proposta dei test psicoattitudinali per i futuri magistrati, a Messina, al teatro Vittorio Emanuele in occasione del ciclo di incontri «Dialoghi con la magistratura», su iniziativa delle sezioni distrettuali dell’Anm e dedicato agli studenti.
«Siamo stati sempre fortemente contrari alla separazione delle carriere ma per ragioni tecniche che non hanno nulla di corporativo. Un’altra delle motivazioni è superare quello schiacciamento delle questioni di giustizia attraverso un contrasto, come viene raccontato dai giornali tra i magistrati e la politica. Non c'è nessuna guerra e nessun contrasto, solo ragioni tecniche assolutamente fruibili da parte di tutti» ha poseguito Santalucia. «Vorremmo spiegare perché toccare l’assetto costituzionale della magistratura, come vuole la maggioranza di governo, non è un bene per la qualità della nostra giustizia e della nostra democrazia che si misura anche attraverso l’assetto della giurisdizione», ha aggiunto.
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