La questione è molto delicata perché riguarda una vicenda che si trascina da un trentennio: il nuovo palazzo di Giustizia. Sembrava che la vicenda fosse finalmente arrivato al traguardo e che i lavori i due palazzi che ospitavano il Banco di Roma la Cassa di Risparmio-Sicilcassa, acquistati dal Comune fossero immineti. Il mese fissato dal Comune per l'avvio dei cantieri è quello di aprile. Ma tutto sembra destinato a saltare. A stoppare il count down è stato nei giorni scorsi il Genio civile che avrebbe dovuto esprimere, così come la Soprintendenza alle belle arti e all'Urbanistica un parere obbligatorio e vincolante. E invece del parere sono arrivati dei paletti ben precisi. Nessun nullaosta se la ditta venditrice degli immobili a cui spetta l'onere di cedere i palazzi in modo idoneo all'uso per il quale il Comune li ha acquistati non effettuerà alcune prove strutturali. E venerdì mattina i tecnici della società proprietaria degli immobili si sono confrontati con il direttore del genio civile Santi Trovato che ha dettagliatamente spiegato quello che già aveva inoltrato per posta certificata. Non sarà sufficiente una semplice relazione telematica. Occorre mettere al lavoro squadre di operai prima per le verifiche e poi se dovessero saltar fuori problemi per l'adeguamento sismico. Ci sono dei codici che vanno tenuti in considerazione, degli standard di sicurezza a cui fare riferimento per passare l'esame genio civile. Occorrerà effettuare decine di carotaggi, le verifiche sui pilastri piano per piano, i controlli sulle armature e sulle travi, le prove di carico sui singoli solai.
L'obiettivo è capire se l'uso della costruzione possa continuare senza interventi, se l'uso debba essere modificato e questo sarebbe una iattura in quanto subendo un declassamento con imposizioni d'uso o limitazioni potrebbe non essere più idoneo alla funzione auspicata, e infine potrebbe essere necessario aumentare la sicurezza strutturale mediante interventi edilizi. Insomma sull'operazione secondo palazzo di Giustizia incombe l'incognita dell'adeguamento sismico. Il rischio concreto ma minimo rispetto alla peggiore delle ipotesi è che si allunghino i tempi.
Il 9 novembre scorso la giunta guidata dal sindaco Federico Basile aveva adottato la determina con cui in sostanza si è pagata la prima tranche del finanziamento dedicato alle società Unire 54 e Unire 100 in tutto 8 milioni e 600mila euro, che sono stati depositati su un conto dedicato dal notaio Silverio Magno, che ha rogato i due atti di vendita.
Da parte del genio civile nessun commento. Il direttore Santi Trovato mantiene il massimo riserbo: “Stiamo applicando la normativa antisismica a tutela della pubblica incolumità”.
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