Il Genio civile alza i paletti sul progetto del secondo palazzo di Giustizia. Chiesta al Comune la verifica sulla cosiddetta vulnerabilità sismica degli immobili. Occorrerà effettuare saggi e carotaggi. Il sindaco Basile: “Ad aprile si parte con i lavori”. Il 9 novembre scorso la giunta guidata dal sindaco Federico Basile aveva adottato una determina “storica” con cui in sostanza si è pagato con l’esercizio 2023 la prima tranche del finanziamento dedicato alle società Unire 54 e Unire 100 dell’imprenditore Massimo Fiore, in tutto 8 milioni e 600mila euro, che sono stati depositati sul conto dedicato al notaio Silverio Magno, che ha rogato i due atti di vendita da parte delle due società dei palazzi storici di via Garibaldi al Comune. Questo dopo che, in regime di silenzio-assenso, come ricordava in un articolo dello scorso febbraio il collega Nuccio Anselmo, era scaduto il termine perché qualcuno potesse sollecitare la Regione Siciliana sul vincolo artistico-architettonico. Nella delibera è infatti specificato che è intervenuta la «verifica delle condizioni di mancato esercizio del diritto di relazione artistica da parte degli Enti titolari, con conseguente verifica della condizione sospensiva dell’atto di compravendita. Insomma il via libera tra marzo ed aprile ai lavori di ristrutturazione dei due immobili che ospiteranno il secondo palazzo di Giustizia sembravano scontati e imminnenti. E invece no. Potrebbero ritardare. Ieri, sulla strada per la realizzazione del secondo palazzo di Giustizia è intervenuto il Genio civile, interpellato per il parere obbligatorio, dal palazzo Zanca assieme all'Urbanistica e alla Soprintdendenza. Secondo l'ente, prima di procedere all'avvio dei lavori, occorre verificare la vulnerabilità sismica. Il genio civile chiede che vengano fatte le verifiche sui due immobili oggetto della ristrutturazione dettati dai decreti ministeriali vigenti trattandosi di edifici strategici e storici. A presentare agli uffici competenti il 20 febbraio al dipartimento comunale di Urbanistica, al Soprintendenza dei Beni culturali e ambientali, al Genio Civile di Messina, le istanze per l’ottenimento delle relative autorizzazioni, e quindi l'avvio delle istruttorie per il rilascio dei relativi pareri, che convergeranno nell’atto finale di autorizzazione era stato appunto il Comune. L'istruttoria viene fatta in una cosiddetta conferenza dei servizi asincrona. Cioè ogni ente per via telematica risponde singolarmente alle richieste e inoltra i pareri o, come nel caso del genio civile, chiede chiarimenti che vincola al rilascio dell'autorizzazione.