Percorre sotto terra per oltre un chilometro Camaro e sbuca sul viale Europa. Fa parte di un sistema di gallerie e rifugi che hanno salvato la vita a migliaia di persone durante i terribili bombardamenti del Secondo Conflitto Mondiale. Cadono le baracche di Camaro Sottomontagna e riemerge l'ingresso di un tunnel sotterraneo censito, come ci segnala lo storico Nino Principato amante di storia patria, in un libro da Andrea Bambaci presentato proprio da Principato in diverse occasioni i ufficiali. Un ingresso di cui si erano perse le tracce ma di cui Bambaci dà prova. Lo storico, nel suo bellissimo volume “La difesa passiva della città fantasma che gode del patrocino dell'associazione nazionale vittime civili di guerra, mette in evidenza l'esistenza di una città sotterranea. Nel volume si parla della galleria di Camaro San Paolo. La galleria di Camaro San Paolo nelle pendici del monte Serro, è citata, suggerisce Bambaci nell'elenco ai punti a e b dell'ordinanza di servizio “ai ricoveri e alla loro ubicazione” diramata dal questore Buccarelli il 17 novembre del 1942 . “Imbocco ovest di fronte agli alloggi ultrapopolari si legge prima del viadotto ferroviario.” Sull'ingresso riemerso del rifugio si nota il cosiddetto muro anti soffio che evitava i danni che potevano causare le schegge delle bombe sganciate dagli alleati. Il rifugio dunque non è inedito in quanto censito tanto dai registri della Prefettura di allora quanto dal libro di Bambaci che cita altre gallerie, altri rifugi, da quello Santa Marta che in realtà era stata ricavato da un passaggio stradale a quello Cappellani. Nel 1943 Messina subì quattro bombardamenti navali e 2.805 bombardamenti aerei. Le “Fortezze Volanti” e gli altri aerei alleati sganciarono sulla città complessivamente 6.542 tonnellate di esplosivo. La Zona falcata fu, in particolare, uno degli obiettivi “sensibili”delle incursioni aeree, per la presenza, nella zona portuale, di impianti ferroviari, depositi munizioni, invasature delle navi, batterie antiaeree.