Sarebbero oltre cinquantamila gli avvisi di messa in mora partiti dagli uffici dell'Asp e diretti a coloro che avrebbero usufruito delle esenzioni non avendone diritto. Somme, secondo l'Adiconsum e il sindacato dei pensionati, relative persino al 2012, dunque prescritte. La prescrizione in questo caso scatta dopo i 10 anni. Le somme reclamate variano da poche centinaia di euro a quarantamila euro. La campagna di recupero sarebbe partita su sollecito di altri organi dopo controlli incrociati tra i dati dell'agenzia delle entrate, quelli dell'Asp e quelli dell'Inps. Si gioca sul filo dei diritti. Sull' esenzione dai ticket sanitari che per certe prestazioni sono cifre salate. A non pagarle secondo gli avvisi di messa in mora sarebbero stati anche coloro che non avevano diritto. Il problema è che questi avvisi arrivano ad anni di distanza dalle prestazioni, anche per pazienti che sono passati a miglior vita e con ordini perentori che mettono in discussione il diritto alle cure sancito dalla Costituzione. Negli avvisi si danno trenta giorni di tempo per presentare documentazione che comprovi il diritto all'esenzione e sessanta nel caso in cui questa documentazione non ci sia per pagare. Pena l'esclusione dalle prestazioni specialistiche coperte dal servizio sanitario nazionale. Cisl e Adiconsum ritengono illegittima la campagna di recupero hanno già chiesto l'indizione di un tavolo di confronto che l'Asp che sull'argomento non vuole replicare avrebbe accordato, e una proroga dei termini per aver maggior possibilità di difesa. Dagli uffici legali dell'Adiconsum sono già partiti più di cento reclami. Ma le istanze arrivate negli uffici dell'associazione che tutela i consumatori sarebbero già oltre cinquecento. La questione nei prossimi giorni finirà anche sul tavolo della commissione parlamentare sanità dell'assemblea regionale. Ad accendere i riflettori è stato il deputato del Pd Calogero Leanza.