Per un errore, uno scambio di persona, era finito nell'inchiesta dei furbetti del cartellino della Città metropolitana. Insieme ad altri 57 dipendenti nel 2012 era stato rinviato a giudizio con l'accusa di truffa ai danni dello Stato. Sette anni e mezzo di processi con la certezza di essere innocente e la vergogna di non riuscirlo a dimostrare. Una vita distrutta quella di Santo Bonasera che per affrontare questo calvario giudiziario ha perso tutto e ha vissuto un incubo che oggi non è ancora finito.
Nel 2019 finalmente il suo avvocato riesce a dimostrare che il dipendente accusato di aver spostato la telecamera che indagava sui furbetti del cartellino non era Santo Bonasera. I giudici lo assolvono perché il fatto non sussiste. Nel frattempo però la sua vita è andata in fumo. Ha cercato di ottenere un risarcimento per i danni subiti ma ad oggi è l'unico ad aver pagato quello che è un clamoroso errore giudiziario.
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