E' quello di Messina il Comune della provincia dove la crisi ha colpito più duramente. E' quello che emerge dai tabulati dell'ufficio statistica della Camera di Commercio di Messina guidata dal presidente Ivo Blandina e dalla segretaria generale Paola Sabella, elaborati da Movimprese. Quasi la metà delle aziende che hanno chiuso in provincia sono del capoluogo. Hanno cessato l'attività 710 imprese: 173 del settore commerciale e 95 edili. Il saldo per il commercio è a meno 152. Hanno chiuso in 173 ed hanno aperto appena 21 nuove attività commerciali.
Nel settore edile invece hanno chiuso in 45 e hanno aperto soltanto due nuove attività. Il saldo è meno 43.
Male anche le attività che riguardano alloggi e ristorazione: saldo a meno 36: Quaranta cessazioni e 4 nuove attività. A Messina città il saldo è dunque a meno 536: 710 le imprese cessate, 174 appena quelle nuove. Una cifra che rispetto al quella della provincia, 652 le imprese che hanno aperto in tutta la dicono lunga sulla vitalità del capoluogo.
Lo scorso anno a Messina avevano chiuso battenti 83 imprese contro le 177 nuove iscrizioni. Il saldo era positivo: 94.
Tra le cessazioni in città se ne registrano 11 nel settore della silvicoltura e della pesca, una nel settore delle estrazioni, 45 nelle attività manifatturiere, 6 nel trasporto, 25 nei servizi di informazione e comunicazione, 15 tre le attività finanziarie e assicurative, 23 nelle attività immobiliari, 16 tra le attività professionali scientifiche e tecnologiche, 14 nel noleggio agenzie di viaggio, 11 nell'assistenza sanitaria e sociale. In pratica il capoluogo ha fatto registrare nel secondo trimestre del 2023 la peggiore performace della provincia e non solo rispetto all' ampiezza del territorio.
Da aprile a giugno in provincia di Messina hanno chiuso 1768 imprese. Quelle che hanno aperto sono 652. Così il saldo negativo è a quota meno 1116. Per capire quanto sia grave la crisi basta verificare il dato del secondo trimestre dello scorso anno. Le imprese che hanno chiuso da aprile a giugno nel 2022 risultano 288, quelle aperte 675. Il saldo dunque positivo è a quota 387.
Ad ogni dato corrisponde anche un numero di addetti e di posti di lavoro persi. Anche nell'intera provincia i settori più colpiti sono quelli del commercio e delle costruzioni.
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