Almeno dieci operatori in più e un costo aggiuntivo che va dal 25 al 30 per cento rispetto al capitolato. C'è la soluzione ai disservizi che si riscontrano al centro unico di prenotazioni. Ieri pomeriggio vertice delle quattro aziende che hanno dato in gestione l'appalto alla cooperativa Asso. Nella sede dell'Azienda sanitaria provinciale, oltre ai vertici dell'Asp (che è l'azienda che ha la fetta di spesa più grossa) c'erano l'azienda Papardo, l'azienda Piemonte Neurolesi, il Policlinico universitario. Due le proposte sul tavolo entrambe formulate dalla Asso. In entrambi i casi si prevede un aumento degli operatori impegnati al Call center di 10 unità. Si prevede un aumento dei costi, con una leggera differenza tra l'una e l'altra proposta, che va dal 25 al 30% annuo. L'appalto prevede già una spesa di 1 milione e trecentomila e scade nel giugno del 2025 con un'opzione di rinnovo di due anni. Le quattro aziende hanno comunque scelto la strada da seguire e sottoporranno con alcuni piccoli ritocchi il progetto di riallineamento del servizio alla cooperativa Asso in una riunione che sarà fissata nelle prossime ore e si svolgerà comunque entro la prossima settimana. Le aziende tra l'altro sono impegnate anche su un altro fronte strettamente collegato: su indicazioni dell'assessorato regionale alla Sanità dovranno chiudere l'arretrato delle viste ambulatoriali e degli interventi chirurgici entro il 31 dicembre con un monitoraggio mensile del lavoro effettuato e con l'obbligo di caricare i dati su una piattaforma regionale. Sulla vicenda Sovracup, sui tempi di attesa troppo lunghi, sulle difficoltà degli utenti a prendere la linea e quindi ad effettuare le prenotazioni, ieri era intervenuta la cooperativa Asso, manifestando comprensione nei confronti degli utenti e spiegando le ragioni dei disservizi. Il bando di gara prevede un canone fisso relativo a un volume annuo di telefonate al Call center di poco inferiore a 900 mila telefonate con picchi di circa 93 mila telefonate al mese. Ma le cose sono andate diversamente. Cioè il lavoro richiesto dal volume di telefonate è quasi raddoppiato.