Una manifestazione di piazza dei lavoratori metalmeccanici, a Milazzo, non si vedeva dal 2009. La situazione negli ultimi anni, però, è diventata sempre più difficile e così lo sciopero nazionale di quattro ore in tutte le aziende del comparto proclamato da FIOM CGIL, FIM CISL e UILM UIL, sul nostro territorio è stato esteso a tutta la giornata. Alla base della scelta la condizione in cui vive il settore, scrivono i sindacati, senza investimenti e piani industriali, dilaniato dalla precarietà, dagli appalti selvaggi e dalla sistematica pratica del dumping contrattuale. Se lo sciopero nazionale vuole dare vita ad una piattaforma rivendicativa che punta alla soluzione per le crisi aperte e ad una transizione energetica sostenibile sul piano ambientale e sociale, sul nostro territorio i sindacati oggi chiedevano l’apertura di un tavolo in Prefettura per governare da vicino questi processi. In bilico ci sono migliaia di posti di lavoro tra diretto e indotto, una che impatta i destini di oltre 10.000 operai metalmeccanici in tutto il territorio, con salari bassi ed abusi, con ricadute drammatiche anche sulla loro salute. C’erano i lavoratori della Ram, ma anche delle acciaierie Duferdo e della centrale A2a a testimonianza di una vertenza che interessa tutto il comprensorio. Il Corteo è partito dal varco 8 della Raffineria di Milazzo e si è snodato per tutto il lungomare sino a concludersi nel piazzale davanti al Comune. Una scelta voluta perché le istituzioni devono, anche loro, recitare una parte importante nel pretendere investimenti e percorsi che consentano una transizione energetica e ambientale sostenibile anche dal punto di vista occupazionale.