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Messina, uno sportello di ascolto per i lavoratori Lgbt. Parla Alessia: "Negato il diritto al lavoro"

“Cercasi uomo o donna, ragazzo o ragazza”. Un cartello che siamo ormai abituati a leggere magari sulla vetrina di un negozio o di un bar. Magari qualcuno ci aggiunge l'esigenza di essere di bella presenza ma nessuno si azzarda ad aggiungere Lgbt, transessuale, omosessuale, gay o bisessuale. Superfluo si potrebbe pensare. Invece no visto che quel lavoro quando si presenta un transessuale viene gentilmente, e non è sempre detto, rifiutato. I diritti delle persone che rientrano nelle cosiddetta diversità di genere nel 2023 vengono ancora negati.
Allo stigma sociale, al rifiuto della famiglia, allo scherno dei compagni di classe, al nonnismo in caserma, si aggiungono le discriminazioni sul posto di lavoro.

Proprio per sottolineare le difficoltà dei lavoratori che rientrano dentro la sigla Lgbt è stato attivato dalla Cgil e dall'Arcigay alla Camera del lavoro di via Peculi Frumentario uno sportello di ascolto. I lavoratori discriminati, gli aspiranti lavoratori che hanno visto calpestate le loro legittime aspirazioni avranno specialisti a cui rivolgersi: psicologi, avvocati, assistenti sociali, sindacalisti. Una consulenza indispensabile per superare più agevolmente quel muro alzato a volte anche dall'imbarazzo. Ascoltiamo il segretario dell'Arcigay Rosario Duca, Pietro Patti s segretario generale della Cgil e Marcella Magistro segretaria confederale del sindacato.

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