Il sarcofago di uno dei primi castellani di Castel Gonzaga, don Diego Sosa, non è mai andato perduto ma è conservato così come ipotizza un libro “Forte Gonzaga a Messina” dell'amante di storia patria Gianluigi Smilare, in uno dei depositi del museo regionale. Non credeva ai suoi occhi Smilare, che ci ha accompagnati qualche settimana fa nel viaggio all'interno della fortezza. Della presenza dell' importante reperto Smilare parla nel suo saggio. E le sue notizie trovano conferma grazie alla disponibilità del direttore del museo regionale Orazio Micali. Il sarcofago è stato sempre ben custodito all' interno di uno dei depositi.
Si tratta del sarcofago di uno dei primi castellani del Gonzaga. "Comandò sul castello tra il 1563 e il 1596. Alla morte gli fu dedicato questo sarcofago (che conteneva le sue spoglie) che lo ritrae dormiente, con il busto protetto da una mezza armatura un corsaletto e le gambe calzanti dei pantaloni tipici dell'epoca, che ritroviamo simili sulla statua del Don Giovanni d'Austria. Il sarcofago fu rimosso dal Castello nel 1892 e portato nel vecchio museo civico dove Gaetano La Corte Cailler lo repertó. "Fino ad ora - continua Smilare - a parte quanto scritto sul sarcofago non si sapeva nulla”. Smilare fornisce anche alcuni dettagli sul personaggio. Sosa era di origine portoghesi e aveva combattuto nella battaglia di Djerba, una disfatta del cristiani che lo portò a restare prigioniero per almeno due anni in terra nemica. Alla liberazione fu nominato Castellano del Gonzaga. Su un lato del sarcofago è riportato il suo stemma personale, uno scudo quadripartito con l'insegna della corona portoghese, due chiavi affiancate (simbolo del Castellano), due leoni che si fronteggiano e quattro mezze lune disposte a fiore. Stemma attribuito a chi aveva combattuto contro i turchi. E c'è ure un giallo sui resti di don Diego Sosa. Nel 2018 all'interno del forte furono ritrovate delle ossa. Ma dopo il sequestro da parte della magistratura nulla si seppe sulle origini. Potrebbero appartenere a Don Sosa.
Forte Gonzaga costruito nella prima metà del 1500 per volere di Carlo V dall'architetto Ferramolino da Bergamo è esempio tipico dell'architettura bastionata italiana ne conserva tutte le caratteristiche: pianta stellata (il disegno antropomorfo di una aquila in volo è unico al mondo), Fu al centro di tutte le vicende belliche che hanno coinvolto Messina dal momento della sua costruzione fino all'unificazione d'Italia. Ad ospitare dentro il forte il sarcofago la cappella dedicata alla Madonna di Montserrat. Un posto diventato meta negli anni di riti satanici e messe nere.
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