Il Comune, dopo la crociata contro i morosi dell'Amam, mette mani al capitolo Tari. E Lo fa con l'obiettivo di recuperare quanto perduto negli ultimi anni. Un messinese su due non paga la Tari il tributo sui rifiuti. Ma c'è di più. Ci sono 8.000 cittadini che non risultavano presenti su alcun registro del dipartimento che si occupa dei rifiuti. Per Palazzo Zanca erano fantasmi. Avevano il contratto magari con l'Amam, con l'Enel con l'Italgas ma non pagavano la tari. Il Comune incrociando varie banche dati li sta stanando uno ad uno. Via agli accertamenti e poi alle cartelle esattoriali. Cioè come si dice in gergo le tasse arretrate saranno messo a ruolo e sarà l'agenzia delle entrate a bussare alle porte degli evasori. E a quel punto non solo scatteranno anche interessi e sanzioni ma anche le eventuali ganasce amministrative ai beni di proprietà: auto e case.
L'intento è quello di pagar tutti per pagare meno. C'è un dato che emerge nelle ultime ore: nel mese di aprile la quota di raccolta differenziata effettuata è pari al 57% un record per Messina che punta ad arrivare al 65%. In cantiere, nei prossimi mesi, ci sono progetti importanti. Nella piattaforma di pace, al posto dell'ex inceneritore sorgerà grazie ad un finanziamento ad dieci milioni un impianto che smaltirà i pannolini.
L’assessore al contrasto all’evasione ed elusione fiscale Roberto Cicala ha presentato nelle scorse settimane lo studio sul Tax Gap, cioè il divario fra quanto viene effettivamente incassato e quanto si incasserebbe in un regime di perfetto adempimento. Lo studio effettuato ha inserito nella banca dati Tari tutti gli immobili esistenti sul territorio regolarmente catastati.
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