Raccontare attraverso le immagini e il valore del dono un percorso virtuoso di cura condivisa quotidianamente con i piccoli pazienti e le loro famiglie, trasformando i quotidiani, sofferti percorsi medici nello straordinario viaggio in un fantastico mondo delle meraviglie, fatto di inclusione e accoglienza.
Tredici porte ispirate alla favola di “Alice nel Paese delle Meraviglie” renderanno più accoglienti e fantasiosi i locali del percorso autismo “Il Brucaliffo” - sorto all’interno dell’unità operativa complessa di Neuropsichiatria infantile del Policlinico, negli spazi al piano 0 in cui operava il Programma Interdipartimentale Autismo 0-90 - grazie alla donazione dell’associazione Leo Onlus dedicata alla memoria di Leonardo Virga, il giovane tragicamente scomparso nel 2007 dopo un incidente stradale.
Una cerimonia particolarmente toccante quella di ieri, suggellata dal taglio del nastro e dalla benedizione dei locali da parte del vescovo ausiliare Cesare Di Pietro alla presenza del rettore Unime Salvatore Cuzzocrea, del commissario straordinario del Policlinico Giampiero Bonaccorsi con i vertici dell’Azienda e il personale medico del Dipartimento materno-infantile diretto dal prof. Carmelo Romeo, nel corso della quale proprio il rettore ha voluto ribadire la centralità del paziente nei percorsi di cura che, soprattutto nel caso dei bambini, esige la presa in carico sin dalla diagnosi precoce, permettendo così di modificare l’outcome di una patologia cronica. A sottolinearlo anche la prof.ssa Gabriella Di Rosa, direttrice dell’Unità di Neuropsichiatria Infantile, ricordando il percorso d’impegno avviato dal suo predecessore e maestro, il prof. Gaetano Tortorella. Con lei la responsabile del Percorso autismo, la neuropsichiatra infantile Marilena Briguglio, componente di un’équipe multidisciplinare che si avvale di professionalità particolarmente qualificate. E - proprio come fa per Alice il Brucaliffo della favola di Lewis Carroll - impegnate a fornire a bambine e bambini con autismo gli strumenti per decifrare la realtà.
«Un esempio di buona sanità da esportare», ha sottolineato il commissario straordinario Giampiero Bonaccorsi, elogiando l’impegno della governance universitaria. «Devi iniettarti un po’ di fantasia per non morire di realtà e nulla meglio del personaggio di Alice rappresenta questo ideale», ha spiegato la mamma di Leo, la signora Maria Trinchera, parlando a nome della famiglia (presenti il marito Tommaso, il figlio Vittorio, la nuora Marilena con il piccolo Leo), che ha saputo contrastare il dolore immenso con un dono d’amore.
Da qui la scelta di raccontare attraverso le immagini raffigurate sulle porte - simbolo di accoglienza e inclusione - il meraviglioso mondo di Alice, dove bambini e bambine con autismo possono ricreare a suon di fantasia quella realtà spesso proibitiva, una “normalità” agognata ma irraggiungibile, per loro e per le loro famiglie “con autismo” . Invece Alice è Alice per chiunque, e nel suo incredibile universo non ci sono lacune cognitive e traiettorie di sviluppo divergenti: tutto è allegramente “fuori posto” per tutti. Un «mondo fatto di sogni e di meraviglie dove tutti noi “malati di realtà” dovremmo entrare almeno una volta», ha auspicato mons. Di Pietro.
La cerimonia è stata impreziosita dall’esibizione al trombone di Lorenzo Lisitano, studente del quinto anno del liceo Ainis, attivamente impegnato nell’Orchestra Filarmonica di Giostra, premiata sperimentazione sociale tra musica e inclusione, appassionatamente diretta dal giovane maestro Giuseppe Lo Presti.
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