L’aliscafo Svalan, rondine in svedese, fu costruito nei Cantieri Navali Rodriquez di Messina nel 1965. L’aliscafo salpò per la Svezia il 30 giugno con i propri mezzi. Il viaggio fu compiuto in soli 10 giorni. Il 15 luglio 1965 il battello prese servizio tra Malmö e Copenhagen. Nel 1983 viene venduto insieme al gemello Tarnan a una compagnia cipriota. A un certo punto i due aliscafi furono riportati da Cipro a Messina e ormeggiati vicino al Cantiere Rodriquez. Qui sono affondati a seguito di esplosioni a bordo, nelle prime ore del 30 gennaio 1986.
Dalle prime pagine delle maggiori testate nazionali emerge che il primo boato fu alle 5:30 circa e a questo fece seguito, dieci minuti dopo e a una certa distanza, un secondo. Erano le bombe che affondarono entrambi gli aliscafi ciprioti, lo Svalan e il Tarnan. La sincronia quasi perfetta degli scoppi suggerì la mano di specialisti dietro l’attento. L’obiettivo sembrava essere chiaramente la società proprietaria dei due aliscafi mentre l’ipotesi di un’estorsione ai danni dei Cantieri Rodriquez fu subito esclusa. Primi rilievi furono compiuti dai sommozzatori dei Vigili del Fuoco e dei Carabinieri che riscontrarono due squarci sullo Svalan e trovarono sulla chiglia del Tarnan la bomba inesplosa racchiusa dentro un sacchetto impermeabile.
Diverse le ipotesi: la vendetta, l’intimidazione, l’atto terroristico, ma la bomba rimaneva l’unico elemento d’indagine per l’inchiesta aperta sul duplice sabotaggio. Si cercò subito di rintracciare l’armatore Afifi Wael, che dopo aver consegnato i due aliscafi ai cantieri, sparì dalla circolazione. Pare che Afifi Wael, 32 anni con doppio passaporto - tunisino e libanese - fosse collegato con il movimento armato palestinese.
La notizia rimbalzò anche sui quotidiani americani, i quali acclamavano all’attentato terroristico da parte dei Servizi Segreti Israeliani. Il relitto si trova adagiato in assetto di navigazione, la prua rivolta verso est, su un fondale di circa 30 metri, con la sua parte più alta, la plancia di comando, a circa 22 metri di profondità. Le condizioni generali delle lamiere sono buone e in alcuni punti è ancora visibile la vernice originale. Sulla murata di sinistra è ben visibile una profonda fessura forse causata da una delle tante catenarie presenti; al suo interno si scorgono i sedili del locale passeggeri ancora intatti. Proprio a centro nave, al centro della carena tra i due motori proprio sotto i locali macchine, c’è il profondo e vasto squarcio lasciato dalle bombe. Le lamiere sono tutte ritorte verso l’interno, segno questo che l’ordigno fu probabilmente applicato esternamente allo scafo. Le ali di portanza sono ancora in sede e integre.
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